La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto numerose novità in materia di Crediti d’imposta, ampliando notevolmente la platea di soggetti beneficiari e modificando modalità di applicazione e accesso al contributo.
Il Credito per i beni strumentali è stato istituito per l’acquisizione di:
Beni Materiali “ordinari” (fra cui veicoli, fabbricati, beni merce, materiali di consumo);
Beni Materiali “Industria 4.0” (che devono avere caratteristiche tecniche ben precise)
Beni Immateriali “Industria 4.0” (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni).
Inoltre, insieme al Credito per i beni strumentali, è stata istituita anche un’agevolazione per gli investimenti al Sud (Credito Mezzogiorno), che rappresenta una misura per agevolare acquisti e investimenti (in proprietà o in leasing) di beni strumentali nuovi eseguiti entro il 30 giugno 2023, per macchinari, impianti e attrezzature destinati a strutture produttive con sede nelle regioni del Mezzogiorno o nelle zone colpite dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016.
Si tratta di un mix di agevolazioni da valutare accuratamente, per rilanciare le imprese italiane e, nello specifico, le imprese del Mezzogiorno, definendo un percorso preciso, fondato su innovazione e cambiamento.
Infatti, con questi incentivi, lo stato italiano si impegna a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.
A chi si rivolge il credito di imposta per beni strumentali
Il Credito per l’acquisto di nuovi beni strumentali si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.
Sono escluse, le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale e/o altra procedura concorsuale. Vengono escluse dal credito anche le imprese destinatarie di sanzioni interdittive (ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.)
Inoltre, negli ultimi mesi, è l’accesso al credito per i beni strumentali è stato concesso anche alle categorie appartenenti al codice ateco 52 che, oltre avere già accesso al bonus sud 45%, hanno diritto al credito d’imposta al 50%, per un totale del 95% degli investimenti.
Ovviamente, per tutte le aziende, la cessione del credito è subordinata al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Come utilizzare il mix di incentivi
L’Agenzia delle Entrate ha confermato la possibilità di cumulo tra il Bonus Mezzogiorno e il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi.
Dunque, a conti fatti, le imprese possono ottenere entrambi i benefici e raggiungere fino al 95% di copertura sugli investimenti.
Quindi, cosa possono coprire le aziende con gli incentivi?
Per quanto riguarda il Credito di Imposta per Investimenti nel Mezzogiorno o Bonus Investimenti Sud, l’agevolazione riguarda gli investimenti in:
beni strumentali nuovi, anche mediante sottoscrizione di contratti di leasing, destinati a strutture produttive ubicate nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
la creazione di un nuovo stabilimento;
l’ampliamento della capacità produttiva di uno stabilimento esistente;
la diversificazione della produzione di uno stabilimento esistente per ottenere prodotti nuovi e mai fabbricati;
il cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente.
Il bonus è attribuito nella misura pari al 45% nel caso di piccole imprese, del 35% per le medie e del 25% per quelle di grandi dimensioni.
Invece, il credito d’imposta per investimenti in Beni Strumentali favorisce le imprese che acquistano beni strumentali nuovi, materiali ed immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. L’agevolazione fiscale varia in base alla tipologia di spesa.
Altri investimenti cumulabili
Il Bonus Mezzogiorno consente di essere cumulato anche con altri crediti messi a disposizione dello Stato:
Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design: incentiva le spese di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica ed attività di innovazione e design, finalizzate alla crescita e alla competitività delle imprese, anche in ottica di economia circolare e sostenibilità ambientale. Per le spese sostenute nel 2020, l’agevolazione introduce diverse aliquote in base alla tipologia di investimento.
Credito d’imposta Formazione 4.0: sostiene la formazione, finalizzata alla trasformazione tecnologica e digitale, e copre i costi di personale e docenti impegnati nelle attività formative. L’intensità d’aiuto varia in base alla dimensione dell’impresa.
Quindi, bonus raddoppiati per le imprese che investono al Sud.
Il nuovo sistema d’incentivi statali è stata messa a disposizione delle aziende che desiderano integrare i processi e rinnovare l’impostazione produttiva aziendale.
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